case colorate Burano

Conosci le case colorate di Burano? Si tratta di un tratto davvero caratteristico della zona, dovresti visitarle almeno una volta. 

Visitare una città diversa dalla nostra può essere un’occasione  da sfruttare appieno non solo per potersi riposare, ma anche per arricchire la propria cultura e conoscere qualcosa a cui non si era pensato. Anzi, spesso questo può avvenire a poca distanza da noi, visto che è facile sottovalutare la bellezza di una località e alcuni suoi dettagli.

Hai mai visto da vicino le case colorate di Burano? Queste sono davvero affascinanti per la loro caratteristica distintiva, i diversi colori appunto, oltre che per la presenza in una delle nostre città più amate e apprezzate anche dai turisti stranieri, Venezia. Conoscere la storia di questi particolari edifici può essere davvero interessante.

Case colorate Burano: le hai mai viste da vicino?

E’ naturale chiamare in questo modo le case colorate di Burano giusto per semplificare, non si tratta effettivamente di niente di sbagliato visto che sono proprio i colori dei loro muri l’aspetto che le caratterizza. Queste si trovano proprio a Burano, un piccolo centro di soli 2270 abitanti si sviluppa su quattro isole della laguna e fa parte del Comune di Venezia.

Raggiungerle è davvero semplicissimo grazie a un ponte in legno, che chi vive nella zona ha ribattezzato “ponte longo”, espressione dialettale per riferirsi a un ponte lungo, in riferimento alla sua lunghezza. Impossibile non restare affascinati se si ha la possibilità di vedere da vicino queste costruzioni, che hanno proprio tutti i colori dell’arcobaleno, cosa che non è evidentemente possibile trovare altrove.

Perché Burano ha case colorate

Se hai visto su un giornale le case colorate di Burano e stai pensando di vederle da vicino o sei anche solo curioso in merito alla loro storia è interessante capire come siano nate e perché siano con questa caratteristica che le rende appariscenti già da lontano.

Il merito,  comunque la decisione finale, sembra sia da ricondurre secondo un’antica tradizione, a una scelta presa da donne e pescatori. Tutti loro, infatti, ritenevano utile trovare qualcosa che le rendesse ben visibili, la particolare tonalità dei muri non poteva che catturare l’attenzione da subito. Come è facile immaginare, anche in condizioni di scarsa visibiltà, come quella tipica della notte o delle ore nottune, potevano essere decisamente distinguibili, cosa che possiamo affermare con certezza anche oggi. Quando ci si trovava sulla barca era così possibile distinguere senza alcun dubbio la propria.

Si deve però ricordare anche un’altra teoria, altrettanto suggestiva, quella secondo cui sarebbero state le donne a decidere come dipingere la facciata. Loro erano spesso sole in casa, in attesa del ritorno dei mariti, per questo anche un’attività simile, ritenuta pesante e adatta soprattutto agli uomini, era affidata a loro, costrette a fare di necessità virtù. A quel punto potevano usare solo l’unica vernice disponibile, poco importa se non si abbinava al meglio con l’abitazione a fianco.

Ma non è finita qui, c’è che ritiene che le case colorate di Burano siano differenti perché abbinate ai cognomi e soprannomi dei suoi abitanti.

L’eccezione che conferma la regola

Chi è stato a vedere le case colorate di Burano avrà certamente notato un’eccezione tra questa schiera di edifici dalle molteplici tinte. Una di queste, infatti, ha una facciata che non presenta alcun colore, ma è stata lasciata grezza.

Qual è il motivo? Si tratta della casa di Remigio Barbaro, scultore che ha abitato qui fino a 2005 e che era noto con il soprannome di “Il Professore”. Chi aveva avuto modo di conoscerlo lo riteneva una sorta di eremita perché sapeva quanto lui amasse stare da solo e fosse davvero poco di compagnia. Tra le sue passioni c’era quella per San Francesco, a cui aveva scelto di ispirarsi nelle sue opere, ma anche come stile di vita, essendo uno che non amava i fronzoli o apparire, esattamente come il Santo di Assisi. Dopo la sua morte la casa  è diventata di proprietà della Sovrintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Venezia e Laguna e tutti i lavori di Remigio sono stati catalogati per procedere a una casa-museo secondo il progetto dello stesso scultore.

Chi volesse visitarla ha così la posssibilità di ammirare le sue opere qui conservate, altre invece si trovano in altre zone di Venezia.

Di Ilaria Macchi

Laureata in Linguaggi dei Media all'Università Cattolica di Milano, sotto il segno della Bilancia, da sempre appassionata di giornalismo e comunicazione a 360 gradi. Mi piace scrivere di tutto, amo lo sport, e il calcio in modo particolare, oltre a moda e Tv.