Casa dello scrittore Flaubert

In questi giorni il nome di Gustave Flaubert è tornato inaspettatamente in tendenza. Il motivo? Un quiz virale su Instagram: “Perché un treno per Roma ci mette 1 ora e 20 all’andata e 80 minuti al ritorno?”

La risposta corretta è ovvia: è lo stesso tempo. Eppure molti sbagliano!

Ed è proprio qui che entra in scena Flaubert, fu lui infatti in una lettera al fratello a pronunciare una delle domande più intriganti e celebri di tutti i tempi: “Una nave trasporta pecore e capre… quanti anni ha il capitano?”
Volutamente forviante, la domanda (e in particolar modo la risposta) mette in evidenza come spesso leggiamo velocemente e rispondiamo automaticamente, senza pensare.

Ma Flaubert non è solo logica e ironia: la sua vita, i suoi spazi e perfino la sua casa riflettevano un ideale di lentezza, silenzio e rigore che oggi torna ad avere senso.
Proprio per questo, abbiamo voluto riscoprire com’era il suo modo di abitare e perché può ancora ispirarci!

Ma se Flaubert può insegnare qualcosa, non riguarda solo la logica. Riguarda anche la casa. I suoi spazi, il suo modo di abitare, la sua disciplina. E qui le cose si fanno interessanti.

Il padiglione di Croisset: silenzio e sobrietà

Niente villa sontuosa, niente residenze affrescate. Flaubert viveva in un padiglione discreto affacciato sulla Senna, a Croisset. Una costruzione modesta, lineare, immersa nel verde e nel silenzio. Ogni stanza aveva uno scopo. Nessun arredo superfluo. Nessuna decorazione pensata per impressionare.

Vista frontale del Padiglione Flaubert a Croisset, struttura immersa nel verde
Foto: Guillaume Paumier, CC BY-SA 3.0, via
Wikimedia Commons

In un’epoca in cui la casa era anche status, lui sembrava preoccuparsi più della concentrazione che dell’apparenza. Una forma di essenzialità che oggi potremmo quasi definire meditativa.

Lo studio: scrivania, carta, luce naturale

Il cuore della casa era lo studio. Una stanza semplice, silenziosa, con una scrivania e poche distrazioni. Flaubert scriveva con metodo, quasi con ferocia, e ogni dettaglio dello spazio era funzionale a questo.

Niente caos visivo, nessuna sovrastruttura. Solo quello che serviva per pensare bene.

Tre idee rubate a Flaubert (utili anche senza scrivere romanzi)

1. Il silenzio è un arredo

Non si compra su Amazon, ma cambia la percezione di una stanza. Una casa con almeno un angolo di silenzio vale doppio.

2. L’ordine è più di una questione estetica

Ogni oggetto aveva un motivo per essere dove stava. L’ordine non era per bellezza, ma per liberare la mente.

3. Il vuoto funziona

Non tutto va riempito. Flaubert non accumulava oggetti inutili. Lo spazio vuoto, da lui, aveva una funzione: lasciare spazio al pensiero.

ista laterale del Padiglione Flaubert con giardino, atmosfera silenziosa e sobria
Foto: Guillaume Paumier, CC BY-SA 3.0, via
Wikimedia Commons

Una lezione (quasi) moderna

Certo, nessuno sta dicendo di trasformare la propria casa in un ritiro monastico. Ma qualcosa in quell’approccio razionale e sobrio agli spazi, oggi, fa pensare. Non tutto va riempito. Non tutto va acceso. E forse, in mezzo al rumore, serve un po’ di Flaubert anche in salotto.