Rendere un sottotetto abitabile può essere davvero utile, così da sfruttare meglio gli spazi che si hanno a disposizione, è bene però seguire una procedura ben precisa.
Esistono molte situazioni in cui si può avere la necessità di avere a disposizione uno spazio aggiuntivo in cui vivere, anche a distanza di tempo rispetto a quando era stata costruita la casa, per questo diventa inevitabile trovare una soluzione specifica. Basti pensare, ad esempio, a un figlio che vuole rendersi indipendente, ma che desidera non andare troppo lontano dal luogo in cui è cresciuto, o magari si cerca di agire in questo modo perché impossibilitati a sostenere la spesa economica prevista per un nuovo appartamento.
In casi simili si potrebbe così decidere di far diventare un sottotetto abitabile, riutilizzando così per un uso diverso parte della superficie. Quel vano in genere non ha caratteristiche che lo rendono abitabile (non basta trasferire le proprie cose per definirlo tale), per far sì che questo sia possibile devono essere rispettate alcune caratteristiche ben precise, che è bene conoscere se si sta pensando a una soluzione simile.
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Sottotetto abitabile: un modo per rivitalizzare parte della casa
Il termine sottotetto in genere si usa per definire quella parte della casa che si trova appunto sotto il tetto, pensata in genere per difendere le stanze dell’ultimo piano dal caldo, dal freddo e dall’umidità. Questo punto limitato in alto dalla struttura del tetto ed in basso dal solaio o dalle volte che coprono gli ambienti dell’ultimo piano.
E’ impensabile con una peculiarità simile pensare di viverci, non a caso spesso può essere utilizzato come una sorta di soffitta, dove lasciare oggetti che non si utilizzano più ma che non si vuole buttare o come una collocazione ideale per i vari impianti di cui si serve l’abitazione. Qualora questo si trovi in un condominio, è considerato tra le parti comuni, secondo quanto indicato nell’articolo 117 del Codice Civile.
Recentemente l’impossibilità di sostenere spese per le nuove case ha spinto a trovare un modo per ridare vista a questi luoghi, per questo sono tante le persone che possono essere interessate a rendere il sottotetto abitabile, trasformandolo ad esempio in una mansarda con tutti i locali necessari. Non si può però agire in autonomia, è fondamentale seguire alcuni dettami ben specigici a riguardo che variano da Regione a Regione e che richiedono di avere specifiche autorizzazioni per poter dare il via ai lavori.
Come rendere il sottotetto abitabile: requisiti richiesti
Al di là delle differenze specifiche che possono esserci da zona a zona, è importante che siano rispettati alcuni requisiti ben precisi per poter considerare il sottotetto abitabile. Vediamo quindi quali sono quelli minimi:
– Isolamento termico: devono essere rispettati gli standard di isolamento termico per evitare dispersioni di calore.
– Altezza minima e altezza ponderale: l’altezza minima la misura più bassa che il sottotetto deve avere in una determinata area per essere considerato abitabile. Il termine altezza ponderale, invece, identifica la media delle altezze all’interno del sottotetto, calcolata su tutta la superficie abitabile.
– Rapporto aeroilluminante: è l’indice che definisce la quantità di luce solare ed aria che entra in un vano in relazione alla sua superficie pavimentata. Se vogliamo che il sottotetto sia abitabile è necessario che ci sia una corretta illuminazione naturale e ventilazione per essere abitabile.
Qualora questo non si verifichi, è possibile procedere con lavori ad hoc, ma solo dopo avere ottenuto autorizzazione dal Comune in cui si trova l’immobile per procedere.
Sottotetto abitabile Salva Casa: cosa cambia con il decreto
Chi ha intenzione di rendere il sottotetto abitabile può rendere l’operazione più semplice grazie al cosiddetto Decreto Salva Casa, che ha permesso di poter trovare nuovi alloggi, pur senza per questo costruire nuovi edifici.
Si può così procedere grazie a questa norma per effettuare i lavori necessari, a condizione però di rispettare eventuali vincoli che possono essere stati stabiliti nel territorio in cui si vive. Anzi, il provvedimento permette di agire anche quando l’intervento non rispetta le distanze minime tra edifici e dai confini se si verificano alcune condizioni:
– deve essere rispettata rispettata l’altezza massima dell’edificio autorizzata dal titolo edilizio originario:
– devono essere rispettati i limiti di distanza in vigore al momento della costruzione dell’edificio;
– l’intervento non deve portare a modificare la forma e la superficie del sottotetto, come delimitata dalle pareti perimetrali.
Il Salva Casa ha inoltre stabilito che le altezze minime dei locali abitabili devono essere pari a 2,40 metri, mentre gli alloggi monostanza devono avere una superficie minima di 20 mq per monolocale a servizio di una persona, e a 28 mq per monolocale a servizio di due persone.
Molte Regioni danno la facoltà ai Comuni di dare autorizzazione ai lavori da effettuare nel sottotetto, per questo è sempre bene rivolgersi all’ente interessato per capire se ci siano regole specifiche che devono essere osservate.